Come più volte ribadito dal nostro editoriale non esiste ambito delle nostre vite che non abbia una diretta conseguenza sulla salute ambientale. Dalla recente emergenza sanitaria (link) alla tanto discussa raccolta differenziata , anche piccole azioni quotidiane come fare il bucato o lavare i piatti potrebbero rappresentare un potenziale disastro per la salute del nostro pianeta, nello specifico per quella dei nostri mari.
Lo ha rilevato Greenpeace nel suo ultimo rapporto “Plastica liquida: l’ultimo trucco per avvelenare il nostro mare”, in cui è stato evidenziato come il mancato regolamento dell’uso di plastica liquida, solubile o semisolida tra gli ingredienti dei detergenti per stoviglie, superfici e bucato rischi di distruggere definitivamente il delicato habitat marino, già ampiamente compromesso dalle plastiche solide.
La presenza di materiali plastici all’interno di questi prodotti è stata confermata direttamente dalle aziende chiamate in causa da Greenpeace, che dopo aver effettuato analisi di laboratorio ed aver consultato i dati di reportistica forniti online dai produttori ha poi ottenuto dagli stessi la conferma dell’uso di plastiche in formato liquido piuttosto che solido tra gli ingredienti dei prodotti il cui ciclo vitale termina in mare, con conseguenze catastrofiche.
Giuseppe Ungherese, capo della campagna anti-inquinamento di Greenpeace, ha dichiarato: “Ogni giorno attraverso l’uso di detergenti per il bucato, le superfici e le stoviglie rilasciamo materie plastiche nell’ambiente e nel mare e per gran parte di queste – le plastiche in forma liquida e semisolida – non conosciamo ancora gli impatti ambientali. I nostri mari già soffocano per via dell’inquinamento da plastica solida, oggi scopriamo una nuova potenziale minaccia per l’ecosistema più grande del Pianeta.
Le aziende hanno già trovato il modo per aggirare l’imminente proposta dell’ECHA sulle microplastiche solide ricorrendo alla plastica liquida o semisolida, continuando così a fare profitti a scapito del Pianeta”.
Su 1.819 prodotti analizzati da Greenpeace 427 (il 23%) contiene almeno un ingrediente in plastica. La lista dei colpevoli è lunga (la trovi in fondo alla pagina), ma a detenere il record di microplastiche: sono Procter & Gamble (53% con Dash, Lenor e Viakal), Colgate-Palmolive (48% con i marchi Fabuloso, Ajax e Soflan) e Realchimica (41% , Chanteclair, Vert di Chanteclair (definito ecodetergente) e Quasar).
Nonostante l’ampia documentazione a sostegno della tesi secondo cui l’inquinamento marittimo sia direttamente collegato all’abuso dei materiali plastici, ad oggi non esiste ancora un documento internazionale che ne regoli l’utilizzo.
Fortunatamente da circa due anni l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) è al lavoro per sottoporre ai governi una proposta restrittiva nei confronti delle microplastiche in tutti i prodotti di uso comune (vernici, detergenti, cosmetici e fertilizzanti), la cui approvazione ridurrebbe di oltre 40mila tonnellate la quantità annuale di materiale che finisce per avvelenare i nostri mari.
Greenpeace ha ovviamente espresso la sua vicinanza alla questione e proprio qualche giorno fa si è schierato al fianco della ECHA lanciando una petizione per chiedere al ministro dell’ambiente di sostenere la proposta, evidenziando anche la necessità di stabilire un divieto sull’utilizzo di plastiche liquide, semisolide e/o solubili in virtù del principio di precauzione.
Ungherese è ottimista:
“La volontà di marchi come Coop e Unilever di eliminare questi materiali entro il 2020 ci conferma che sono già facilmente sostituibili. Proprio per questo lanciamo una nuova petizione per chiedere al ministro Costa di sostenere e migliorare la proposta europea. Non c’è bisogno di un nuovo inquinamento per il nostro mare che è già gravemente malato”.
La domanda principale è: perché vengono aggiunte queste sostanze plastiche? Nei cosmetici hanno proprietà esfoliante, emolliente e “setizzante”; nei prodotti per la casa hanno proprietà abrasive, antischiuma, opacizzante e servono per l’incapsulamento di fragranze; nei fertilizzanti e negli erbicidi controllano il rilascio dei principi attivi; nelle pitture sono presenti nei prodotti coprenti a base d’acqua e in prodotti architettonici ed industriali speciali.
Per maggiori informazioni su questi ed altri prodotti a base di plastica leggi il rapporto di Greenpeace “Plastica liquida: l’ultimo trucco per avvelenare il nostro mare”.
Almacabio – 44 prodotti controllati, di cui 0 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (0%) Biochimica SPA – 102 prodotti controllati, di cui 7 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti(7%) Bolton – 138 prodotti controllati, di cui 23 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (17%) Colgate-Palmolive – 66 prodotti controllati, di cui 32 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti(48%) Conad – 18 prodotti controllati, di cui 5 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (28%) Coop – 76 prodotti controllati, di cui 14 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (18%) DECO – 51 prodotti controllati, di cui 9 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (18%) Esselunga – 129 prodotti controllati, di cui 20 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (16%) Fater SPA – 40 prodotti controllati, di cui 9 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (23%) Henkel – 120 prodotti controllati, di cui 35 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (29%) Italsilva – 214 prodotti controllati, di cui 44 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (20%) Madel – 43 prodotti controllati, di cui 1 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (2%) Marbec – 17 prodotti controllati, di cui 0 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (0%) Nuncas – 96 prodotti controllati, di cui 10 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (10%) Procter & Gamble – 147 prodotti controllati, di cui 78 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (53%) Paglieri – 27 prodotti controllati, di cui 3 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (11%) RB – 143 prodotti controllati, di cui 26 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (18%) Realchimica – 158 prodotti controllati, di cui 64 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (41%) Sutter – 43 prodotti controllati, di cui 12 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (28%) Unilever – 147 prodotti controllati, di cui 37 contenenti materie plastiche tra gli ingredienti (25%)
Michele Luciani